Il commento alla Parabola

Saremo benedetti per il grano

«Non succeda che, raccogliendo la zizzania, sradichiate anche il grano». Questo l’insegnamento della famosa parabola di Gesù

«Mentre tutti dormivano»

Chi fa il contadino vive di ciò che semina e si impegna a seminare soltanto buon seme. Ecco perché il protagonista della parabola semina solamente «buon seme nel suo campo». Eppure, nel terreno, cresce qualcosa che non è frutto del buon seme: la zizzania.

Questo perché nella notte, «mentre tutti dormivano, venne il nemico». Il nemico agisce quando nessuno se lo aspetta, quando tutti sono a letto, quando viene abbassata la guardia. In effetti, di solito, le volte in cui cadiamo sono quelle in cui ci “riposiamo”. A partire dalle cose più pratiche, ad esempio mentre eseguiamo un esercizio di matematica sottovalutandone le difficoltà, fino alle relazioni che viviamo.

E la relazione con il Signore non è da meno! Pensiamo di essere a posto, che vada tutto bene e poi… ecco che cadiamo! La nostra fede inizia a vacillare, cominciamo a pensare che forse andare a Messa e dirsi cristiani non è poi così importante. Iniziamo allora a non andare in chiesa proprio tutte le domeniche e a un certo punto non ci andiamo più. Ecco allora che l’opera del nemico è compiuta, la zizzania copre tutto il buon grano.

Possiamo cogliere anche un altro spunto di riflessione: quando agiamo, lo faccio nell’ombra o alla luce del sole? Se lo facciamo di nascosto, forse c’è qualcosa che non va in ciò che compiamo. Se è qualcosa di buono e bello, non c’è bisogno di occultarlo, anzi! Sarebbe meglio mostrarlo a tutti e condividerlo con gli altri, come aveva fatto il protagonista della parabola della pecorella smarrita.

«Da dove viene la zizzania?»

Sorge spontanea una domanda nei servitori: «Da dove viene la zizzania?». Loro si sono impegnati per seminare solo buon seme, ma il risultato non è quello sperato.

Non sempre succede ciò che vogliamo o l’esito corrisponde a ciò per cui abbiamo lavorato. Ad esempio, invitiamo gli amici alla nostra festa di compleanno e non tutti si presentano, oppure come cerimonieri organizziamo un incontro per i chierichetti ma non c’è una grande partecipazione. Anche guardando a ciò che succede a livello globale, possiamo interrogarci sul senso della guerra, da dove proviene?

«Un nemico ha fatto questo!».

Giustamente i servi chiedono che la zizzania venga estirpata dal campo, ma il padrone dà una risposta che non ci aspetteremmo.

Il seminatore – Sieger Köder

«Lasciate che l’una e l’altra crescano insieme»

Il padrone chiede che si lasci crescere il grano insieme alla zizzania e che la separazione venga fatta solo al momento della mietitura. Questo è il punto di svolta che ci permette di interpretare tutta la parabola. Noi siamo abituati ad avere le cose subito e, se qualcosa non va, la cambiamo immediatamente, ma per fortuna il Signore ha una pazienza più grande della nostra.

Abbiamo detto che il nemico agisce mentre dormiamo e spesso noi stessi siamo sue vittime, estirpare la zizzania subito ci priverebbe della forza necessaria per resistere alle fatiche che esistono. È normale trovarsi in difficoltà nella vita, ma l’importante è essere capaci di condividerle e trovare delle persone con cui confrontarsi «perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano».

Ci sono delle cose che capiamo da soli che non vanno bene. Guardiamo alle persone che ce le propongono, se è qualcuno che ci vuole bene sul serio, per noi non vorrà altro che bene, quindi è necessario fidarsi, anche se non vediamo immediatamente crescere del grano.

Perché non ci si accorge quando cresce la zizzania, ma neppure quando cresce il grano; la zizzania non cresce velocemente e nemmeno il grano; la zizzania non fa la farina per il pane, ma il grano sì. E il Signore crede in noi e scommette su di noi fino all’ultimo momento. Allora la zizzania sarà bruciata e il grano riposto nel granaio; non saremo rimproverati per quanta zizzania è cresciuta in noi, ma benedetti per quanto grano siamo riusciti a far germogliare.

Tratto dal numero 1 (gennaio 2023) di “Fiaccolina”