Il giorno della partenza la gioia è palpabile: si va a Roma e non è un viaggio qualsiasi, ma un pellegrinaggio straordinario per affidarsi a san Pietro prima dell’ordinazione presbiterale di giugno. In
diciassette diaconi e tre educatori partiamo da Milano Centrale per arrivare a Roma Termini e da lì direttamente a Casa Santa Marta, la residenza interna al Vaticano in cui alloggia anche papa Francesco.
La capitale ci accoglie con un cielo grigio, carico di pioggia, ma la Basilica di San Pietro è come se ci invitasse a pregare e vivere al meglio la settimana che ci aspetta.
AL PONTIFICIO SEMINARIO
La prima tappa è alla Basilica di San Giovanni in Laterano e al Pontificio Seminario Romano, dove mons. Michele Di Tolve, da poco vescovo e rettore, e le Suore missionarie della Divina Rivelazione ci accolgono per una visita guidata della Basilica prima e del Seminario poi, dove abbiamo potuto condividere la preghiera davanti all’effige della Madonna della fiducia. Questa immagine è molto cara ai seminaristi e ai preti romani, tanto che spesso tornano per affidarle il loro ministero. Trasferitici poi al Pontificio
Seminario Lombardo abbiamo celebrato l’Eucaristia con i preti che lì studiano, condiviso la cena e poi ascoltato il rettore, don Mario Antonelli, che ci ha parlato della sua esperienza al recente Sinodo.
LA NECROPOLI VATICANA
Martedì, dopo la celebrazione eucaristica con il card. Gianfranco Ravasi, abbiamo visitato la Necropoli Vaticana. Sotto la Basilica si snoda un “villaggio funerario” dove riposano insieme pagani e cristiani
dei primi secoli dopo Cristo. Al centro di questa città sepolta, un muro circondato da antichi graffiti e una luce rossa segnalano la presenza della tomba di san Pietro. Finalmente siamo davanti al santo apostolo
a cui Gesù lasciò la Chiesa: impossibile non affidare a lui in questo momento il proprio ministero, ripetendo la professione di fede e sostando in silenzio davanti a questo luogo straordinario.
La tomba è rimasta per millenni nello stesso posto, come roccia su cui poggia la Chiesa. Finita la visita abbiamo pregato sulle tombe dei Papi sepolti in San Pietro.
Alla sera ci attendeva l’incontro con i presbiteri e i vescovi ambrosiani che lavorano o studiano a Roma; con loro abbiamo pregato nella chiesa dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso e condiviso poi la cena.
L’UDIENZA E L’INCONTRO CON IL PAPA
Il cuore del pellegrinaggio è il mercoledì. La giornata si apre con la celebrazione eucaristica presieduta dal card. Francesco Coccopalmerio. Subito dopo ci avviamo in Sala Nervi per l’udienza generale con papa Francesco. Il Pontefice non parla molto per via delle condizioni di salute, ma la sua catechesi ci guida nella preghiera con altre migliaia di cristiani. Terminata l’udienza, ci spostiamo immediatamente fuori da piazza San Pietro. Lì il card. Konrad Krajewski, elemosiniere di Sua Santità, ci guida nel dormitorio voluto dal Papa per accogliere le persone senza fissa dimora che di notte affollano il colonnato.
Il momento cruciale però è il pomeriggio, quando papa Francesco ci concede un incontro privato. Durante l’udienza il Pontefice risponde alle nostre domande e ci dà molti consigli per il futuro ministero.
Si è dimostrato un uomo straordinario, capace di tanta tenerezza e umorismo e altrettanta saggezza e intelligenza. Immancabile l’invito finale che riporto come tale anche per chi legge questo articolo: «Non dimenticatevi di pregare per me!».
I COLLABORATORI DEL PAPA
Giovedì è il card. Luis Antonio Gokim Tagle a introdurre la giornata con l’Eucaristia, seguita dalla visita alla Basilica di San Pietro e la preghiera del Rosario nei Giardini vaticani, con l’affidamento alla Madonna alla Grotta di Lourdes. Il pomeriggio abbiamo visitato il Palazzo apostolico e incontrato mons. Diego Giovanni
Ravelli, cerimoniere del Papa, che condivide la sua esperienza in Vaticano e nei viaggi apostolici.
Prima di cena mons. Marco Frisina, compositore dell’inno dei candidati Siete miei amici, ci ha accolto nella Basilica di Santa Cecilia in Trastevere e ci ha raccontato della sua incredibile vita da sacerdote e compositore.
L’ultimo giorno abbiamo celebrato l’Eucaristia con il card. Pietro Parolin, per poi visitare il Palazzo del Quirinale e ritornare a Milano.
Il pellegrinaggio a Roma si è concluso, ma il messaggio che lo Spirito ha lasciato in noi chiede di andare oltre quei cinque giorni. Sarà stato l’incontro con san Pietro, il suo successore e i suoi collaboratori, sarà stata l’aria di santità che si respira al cuore della cristianità, ma non posso non portare anche nella grande
Milano la notizia che la Chiesa è salda su una roccia indistruttibile che è Gesù e che questa roccia non si fa pesante o distante da noi, ma si fa sostegno del cammino di chi a lei si appoggia.
A Roma abbiamo conosciuto una Chiesa viva, presente, che sa quali sono i problemi e i punti di forza del nostro tempo e ci chiede di avere fiducia e continuare a pregare e vivere la vita della Chiesa senza stancarci. Insomma, santità dei luoghi, amicizia tra noi e con Gesù, incontro con i testimoni di una vita un
po’ diversa dalla nostra e preghiera sono stati gli ingredienti fondamentali di questo pellegrinaggio straordinario.
Tratto dal numero 4 (Aprile2024) di “Fiaccola”