CANDIDATI

Amici di Gesù e della sua Chiesa

Presentiamo i diciassette diaconi che verranno ordinati presbiteri il prossimo 8 giugno nel Duomo di Milano per l’imposizione delle mani dell’arcivescovo Mario Delpini.
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«Siete miei amici», tratto dal Vangelo di Giovanni, è il motto di classe, ma ciascuno di loro ha scelto una frase personale, che riassume il cammino sin qui compiuto, per farsi accompagnare nel ministero.

ASCARI MICHELE

Ho 37 anni, vengo dalla Comunità pastorale “San Paolo” di Giussano e ho un unico desiderio: essere tutto tuo, Amico mio, Gesù. Ho sempre trovato particolarmente affascinanti e attrattivi quegli amici del Signore Gesù la cui sequela si è contraddistinta per essere radicale e assoluta. Amici del Signore, come san Francesco di Assisi, che, innamorati del Padrone della loro vita, sono diventati semplici frammenti dell’Amore che è Dio. Questa radicalità è, poi, ciò che mi ha conquistato nei vari amici del Signore che ho incontrato: sacerdoti, religiosi e religiose, missionari e semplici credenti che, con la loro vita donata agli altri, gratuitamente e senza misura, mi hanno testimoniato la bellezza del lasciare ogni cosa per seguire Gesù che chiama; mi hanno insegnato il vero significato dell’amare fino alla fine, dell’amore più grande, «dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13). Questa radicalità è ciò che ho sentito come chiamata nella mia vita ed è ciò che il Signore mi chiede di vivere oggi come suo servo. Essere «Totus tuus», Signore, perché ogni uomo che incontro possa fare esperienza del tuo amore senza misura e del tuo sguardo di tenerezza. Essere «Totus tuus», uomo e donna del mio tempo, perché la tua povertà possa essere coperta dal manto dell’amore di Dio e così essere trasfigurata. Essere «Totus tuus», Madre Chiesa, perché non cerchi tanto il mio interesse e il mio guadagno, ma servendoti possa davvero essere, come dice san Francesco, «suddito e sottomesso a tutti gli uomini che sono nel mondo, così che possano fare di me quello che vogliono, per quanto sarà loro concesso dall’alto dal Signore».

ASQUINI GIOELE

Ho 34 anni e sono cresciuto a Legnano nella parrocchia San Paolo Apostolo. La mia vita di fede non è stata lineare, anzi, tra alti e bassi, tra dubbi e testimonianze straordinarie di persone credenti, la mia fede ha iniziato a crescere e Gesù si è inserito in punta di piedi attraverso l’amore che gli altri mi hanno donato in tutta la mia vita. La mia vita spirituale è maturata attraverso molteplici esperienze, tra le più significative i “Pellegrinaggi di fiducia sulla Terra”, organizzati dalla comunità di Taizé. Questi pellegrinaggi sono incontri di cinque giorni tra tutti i cristiani d’Europa sempre in una città europea. Altre esperienze significative sono state le due Giornate mondiali della gioventù a Madrid e a Cracovia. Il Papa, a Cracovia, ci ha spronato «a cambiare il divano con un paio di scarpe che ti aiutino a camminare su strade mai sognate e nemmeno pensate» ed è in quella occasione che ho iniziato a capire quali potevano essere le strade mai sognate per me. La mia fede, da vacillante e debole, è diventata sempre più concreta perché fondata sull’affidamento che nel corso degli anni ho riposto in Gesù; per questo ho scelto come motto personale «Tu sei la mia roccia e il mio baluardo, per il tuo nome dirigi i miei passi», perché al Signore, mia roccia, affido tutta la mia vita. Sono entrato in Seminario a 27 anni, dopo una laurea in Informatica e dopo aver lavorato alcuni anni come consulente informatico. Ringrazio il Signore per questi anni di infinita grazia che mi ha donato. Attualmente svolgo il mio ministero nella Comunità “San Cristoforo” di Gallarate.

BERETTA DAVIDE

Ho 28 anni. La mia vocazione affonda le radici nella comunità da cui vengo, Carnate. La mia famiglia e poi il servizio in parrocchia, da cerimoniere, animatore ed educatore, mi hanno plasmato, facendomi intuire uno stile di vita, quello di Gesù, di cui mi sono innamorato. Il mio cammino per diventare prete, per me, altro non è che un modo per seguire Gesù, il suo esempio, i suoi sentimenti, la sua presenza, sempre di più, giorno per giorno. Mi ha aiutato in questo anche lo studio universitario delle Lettere classiche che mi hanno mostrato la bellezza e la profondità del cuore umano, di cui desidero mettermi al servizio. È per questo che il versetto biblico che più mi ha accompagnato in questi anni è tratto dal brano dell’elezione del re Davide, in cui si dice che l’uomo guarda l’apparenza, mentre «il Signore vede il cuore» (1Sam 16,7). In questi anni di Seminario, infatti, l’esperienza spirituale più bella è stata quella del sentirmi guardato, conosciuto, amato e scelto dal Signore e dalla Chiesa, non per miei pregi o qualità, ma per amore. Il Signore sceglie e conferma i suoi discepoli, e me con loro, quando lava i loro piedi (per questo la lavanda dei piedi è il tema dell’immaginetta della mia prima Messa), cioè quando vede le loro fragilità, la parte più sporca, brutta e vergognosa e, dopo averlo fatto, a loro e a me dice: «Siete miei amici!» (Gv 15,14). All’inizio del mio ministero chiedo la grazia e la sapienza di guardare il cuore delle persone e delle situazioni, per potermi mettere al loro servizio e confidare alle orecchie del cuore che siamo suoi amici.

BOTTELLI PAOLO

Penso non ci sia una frase che esprima meglio quello che sento nel cuore, ora che sto per essere ordinato prete. Riguardo ogni momento di questi trentuno anni della mia vita e non posso fare a meno di riconoscere come Dio è stato fedele alla sua promessa in tutto questo tempo; ho ricevuto la possibilità di vivere una vita bella e piena di significato, nonostante tutte le mie fragilità e le mie inadeguatezze. Riconosco che Dio ha fatto sentire la sua fedeltà facendomi crescere in una famiglia che mi ha educato al rapporto con lui. Vedo la sua fedeltà nel gruppo di amici di Comunione e Liberazione che ho incontrato da adolescente: tra gli alti e i bassi di quel periodo, con loro ho proprio capito che vivere seguendo il Signore è tutta un’altra cosa! Durante l’università, studiando alla facoltà di Agraria, ho scoperto in me un grande desiderio: mi sentivo chiamato a dare tutto per questa vita così autentica, mettendomi al servizio perché anche altri potessero incontrare il Signore come l’ho incontrato io. In ogni momento di questo cammino in Seminario, pieno di domande e di dubbi, la fedeltà del Signore non è mai venuta meno: nelle tante persone che ho incontrato, nella cura che i formatori hanno avuto per il mio cammino e nella gioia di scoprire che il Signore mi ama per quello che sono. È per questo che ora sono pronto ad abbandonarmi alla sua fedeltà, mettendo tutta la mia vita e tutta la mia umanità in mano sua.

FOPPOLI MATTEO

Nella mia vita ho avuto una fortuna immensa, quella di trovare uomini fuori dal normale, veri fuori classe, persone di un’umanità eccezionale, insomma con una vita troppo bella da farmene venire invidia, così non ho fatto altro che seguire queste persone che ho incontrato così felici, realizzate. Queste persone sono uomini e donne piene del desiderio di Dio; mi sono capitate, le ho seguite e ho scelto di vivere anch’io una vita che cerca e desidera Dio. Ero un ragazzo normalissimo, con una famiglia bella, bravo a scuola, con amici, sport, università e con sogni e progetti per il futuro, ma l’incontro con questi santi viventi mi ha aperto strade impensate che mi hanno portato fino alle Ande, dove ho vissuto due anni indimenticabili tra i campesinos poveri e ignoranti del Perù. Sono entrato in Seminario per essere felice anch’io come quegli uomini che mi sono capitati, perché ho scoperto il loro segreto e l’ho fatto subito mio: Gesù. Uno di questi santi che ho conosciuto diceva, in spagnolo: «Solo Dio conta, butta via tutto il resto». Scelgo di diventare sacerdote per dire con la mia vita che solo Dio conta, per questo ho scelto come frase nella mia immaginetta «Solo Dios», per nessun’altra ragione voglio spendere questa vita che ho ricevuto.

GARRINI MARCO

Ho 26 anni e sono originario della parrocchia Ognissanti di Milano. Dopo la scuola alberghiera ho vissuto un anno di lavoro prima del mio ingresso in Seminario nel 2017. La scintilla della mia vocazione è nata dopo l’incontro con una suora di clausura ad Assisi. In quell’occasione è nata in me una domanda che è rimasta lì per qualche anno. Nel frattempo, ho cominciato a fare l’educatore in oratorio ed è stato proprio il donare il proprio tempo per cercare di accompagnare altri nella fede che ha fatto maturare quella domanda in un desiderio. Da quel momento è iniziato un percorso di avvicinamento al Seminario che ha avuto inizio grazie a un’altra domanda che, stavolta, il mio parroco mi ha rivolto, accorgendosi del desiderio che si stava facendo spazio dentro di me. Sono sempre state le domande i luoghi attraverso cui Dio mi ha parlato ed ho sempre trovato molta consolazione durante i momenti di adorazione, in silenzio, in cui ho percepito che la mia vita era nelle sue mani e non dovevo preoccuparmi. In questi anni di Seminario posso dire di aver visto il Signore nella normalità dei giorni e grazie a tanti che mi hanno mostrato la concretezza dell’esperienza di fede. È stato proprio quello che ho visto e sperimentato che mi ha permesso di rispondere il mio «eccomi», riconoscendo che una vita donata al Signore nel ministero ordinato è la risposta a quella prima domanda che diverso tempo fa è nata in me ad Assisi. La frase che ho scelto, «Mi indicherai il sentiero della vita» (Salmo 15) mi ha sempre accompagnato, fin dall’ingresso in Seminario. È un atto di fede che qui viene espresso e che io ripeto al Signore ogni giorno nella consapevolezza che mi indicherà la strada da percorrere, custodendo, tra gli alti e i bassi della vita, il mio prossimo ministero.

GIULIANI ANDREA

Ho quasi 29 anni e sono originario di Inzago. Sono entrato in Seminario a 23 anni, dopo aver frequentato il liceo delle Scienze umane del mio paese e aver conseguito una laurea triennale in Scienze dell’educazione presso l’Università Cattolica di Milano. In questi anni di Seminario ho svolto il mio servizio pastorale per i primi due anni presso la Comunità “Beata Vergine del Carmelo”, composta dalle parrocchie di Appiano Gentile, Oltrona di San Mamette e Veniano, poi a Milano presso la parrocchia Santo Spirito e infine presso il carcere minorile “Beccaria” e la comunità “Kayròs”, che accoglie ragazzi in difficoltà. In questi ultimi due anni invece sono stato accolto dal decanato della Valceresio. Da bambino, da adolescente e da giovane ho sempre frequentato l’oratorio della mia parrocchia. In questo luogo ho conosciuto alcuni amici con i quali ho condiviso tante esperienze che mi hanno fatto crescere come uomo e come cristiano. Attraverso il gioco, il servizio, i vari cammini di formazione e i momenti di preghiera, piano piano è cresciuto in me il desiderio di una vita che potesse essere di aiuto per gli altri, in cui il Signore potesse raggiungere chiunque attraverso di me. Da qui la decisione di verificare in Seminario la mia vocazione al celibato e al presbiterato. Ho scelto come motto per la mia ordinazione «È risorto» perché sento che questa è la missione che mi affida il Signore: che tutto il mondo sappia che Gesù è vivo, che possiamo incontrarlo e che anche per noi la morte non sarà l’ultimo atto della nostra esistenza, perché la vita trionferà, per l’eternità.

MAURI EDOARDO

Ho 26 anni e sono originario di Desio, parrocchia San Pio X, in Brianza. Negli anni di Seminario ho svolto il mio servizio nella parrocchia San Michele Arcangelo di Busto Arsizio, oratorio San Filippo Neri, nella Comunità pastorale di Cassina de’ Pecchi, nel carcere “San Vittore” e da due anni nella Comunità pastorale di San Giuliano Milanese. Manca davvero pochissimo all’ordinazione presbiterale e non vedo l’ora, sono proprio felice del passo che sto per compiere. Pensando al cammino che mi ha portato alla scelta di entrare in Seminario, vedo che c’è sempre stata una costante: la figura di Pietro. Nel 2017, grazie al brano del Vangelo di Luca della pesca miracolosa, intuivo di prendere in mano seriamente la mia vita sull’invito che Gesù fa allo stesso Pietro: «Non temere». Poi, nel 2018, sempre nel Vangelo di Luca, lo sguardo di amore che Gesù offre a Pietro dopo il tradimento mi ha incoraggiato nella scelta di entrare in Seminario, proprio perché non mi veniva chiesto di essere perfetto, ma semplicemente di fidarmi a seguirlo prendendo consapevolezza dei miei limiti. Oggi, a pochissime settimane dall’essere prete per sempre, ho ancor più la certezza che Lui sa tutto di me. Nonostante io non sia perfetto, so di volergli bene, di seguirlo come suo sacerdote e per questo ho scelto, per accompagnarmi all’ordinazione,
la frase di Giovanni 21,17: «Signore tu conosci tutto, tu sai che ti voglio bene».

MAZZUCCO MANUEL

Ho 28 anni e sono originario di Milano, parrocchia di San Gottardo al Corso, vicino ai Navigli. Ho trascorso tanto tempo in oratorio, prima come ragazzo, poi come animatore, educatore e allenatore di calcio. Verso la fine delle superiori il mio cammino di fede ha subito una svolta grazie al don e al gruppo giovani che si era formato. Dopo un pellegrinaggio, ho preso seriamente in mano la mia relazione con Gesù e dal lì è stato un susseguirsi di segni. Con stupore nella mia vita ho trovato la presenza del Signore che, attraverso le persone incontrate, mi ha fatto capire che dovevo seguirlo. Per questo il motto che ho scelto è la parola che il Signore dice a Matteo al banco delle imposte: «Seguimi» (Mt 9,9). Nel settembre del 2016 sono entrato in Seminario. Ringrazio molto il Signore per questi anni trascorsi insieme ad altri amici con i quali ho condiviso il cammino che mi ha portato a pochi giorni dall’ordinazione sacerdotale. Porto nel cuore le comunità che mi hanno accolto come seminarista: Samarate, Castano Primo e Buscate e ora come diacono nella Comunità pastorale “San Paolo” di Giussano. Non posso che ringraziare il Signore per tutto quanto ho ricevuto, per tutte le persone che ho incontrato, per i fratelli con i quali ho condiviso il cammino. Quando si scopre il Signore presente nella propria vita non si può fare altro che seguirlo.

PEDROLI STEFANO

Ho 30 anni e vengo da Varese. Quando si pensa alla vocazione presbiterale, spesso si immagina che Dio per chiamare usi metodi straordinari, che si serva di strumenti fuori dal comune. In realtà, nella mia storia ha usato molta semplice concretezza. La vita normale della mia famiglia, l’oratorio estivo e il gruppo chierichetti della parrocchia quando ero bambino; il tempo speso con gli amici e gli educatori del movimento di Comunione e Liberazione negli anni del liceo Classico; l’essere educatore dei ragazzi delle medie della mia Comunità pastorale mentre studiavo Filosofia all’Università Cattolica: in tutte queste esperienze di Chiesa ho scoperto la presenza di Gesù, che rende bella e grande la vita. Il suo amore per me mi ha fatto innamorare di lui, per questo sette anni fa ho deciso di entrare in Seminario. In questi anni di cammino e discernimento ho poi sperimentato, attraversando anche momenti faticosi, quanto sia forte la sua cura per me. Gesù accompagna nel dolore, corregge e incoraggia nella difficoltà, vince il male. Ecco perché, avvicinandomi all’ordinazione presbiterale, sento nel cuore il grido con cui inizia il Salmo 18: «Ti amo Signore mia forza!». Di questo amore e di questa forza desidero essere testimone là dove la Chiesa mi manderà.

PESCIALLI PATRICK

Sono nato il 18 settembre 1997. Fin da giovane ho sentito una forte chiamata interiore a servire gli altri e a dedicare la mia vita al servizio di Dio. Crescendo in oratorio, ho avuto l’opportunità di vivere momenti significativi di comunità e di spiritualità, che hanno plasmato profondamente la mia vocazione. Dopo aver completato il mio percorso di studi al liceo Classico, ho fatto ingresso nel Seminario di Venegono, dove ho continuato ad approfondire la mia fede e ad ascoltare la voce di Dio che mi guidava verso il sacerdozio. Il motto che ho scelto è «Adstare coram te et tibi ministrare», che tradotto significa «Stare davanti a te e servirti» Questo motto incarna il mio impegno a vivere ogni giorno alla presenza di Dio e a mettere al centro del mio essere il servizio agli altri, seguendo l’esempio di Gesù. Attualmente mi trovo a servire come diacono nella Comunità pastorale “Santi Eusebio e Giuseppe” in Cinisello Balsamo. Mi sento grato per il percorso che mi ha portato fin qui e sono pieno di speranza per il futuro che mi attende come sacerdote. Continuerò a camminare con fiducia, sapendo che il mio impegno a servire Dio e gli altri mi guiderà sempre lungo il mio cammino di fede. Sono grato per il vostro sostegno e le vostre preghiere mentre mi preparo ad abbracciare il mio ruolo nel ministero sacerdotale.

PILECI LUDOVICO

Ho 24 anni e sono originario della parrocchia San Martino Vescovo in Ispra (Va), nella Comunità pastorale “Santa Teresa Benedetta della Croce”. Fin da bambino, insieme alla mia famiglia, sono sempre stato molto legato alla realtà parrocchiale del mio paese e, già da molto piccolo, ho iniziato a fare il chierichetto. Grazie a questo ho cominciato a coltivare la mia amicizia con Gesù. Frequentando assiduamente l’oratorio e le iniziative proposte, ho capito sempre di più che la mia relazione con il Signore era davvero qualcosa di molto importante, fondamentale, per la mia vita. Così, nell’ambiente oratoriano, vivendo il servizio di educatore, ho iniziato a interrogarmi molto sulla mia vocazione e, dunque, su cosa il Signore volesse per la mia vita e la mia felicità. In questo sono stato aiutato dai sacerdoti della parrocchia e da chi svolgeva un ruolo educativo. Dopo aver conseguito la maturità classica a Varese e, in contemporanea, aver vissuto due anni di percorsi vocazionali, sono entrato in Seminario a 19 anni. Il motto che ho scelto vuole essere cifra sintetica e programmatica di ciò che desidero vivere nel mio ministero: la sequela e l’affidamento al Signore Gesù. In questi anni di formazione ho potuto sperimentare la sua presente vicinanza. Desidero, allora, affidarmi a lui e seguirlo per vivere una vita dedicata al servizio della sua Santa Chiesa e dei fratelli.

TACCHI ALESSANDRO

Ho 26 anni e sono originario di Vanzaghello. Ho sempre sentito il desiderio di mettermi in gioco nella comunità cristiana e l’ho messo in pratica come animatore, catechista, corista e, per un breve periodo, lettore. Dopo aver frequentato l’Istituto tecnico con indirizzo Amministrazione, Finanza e Marketing, a Busto Arsizio, mi sono iscritto all’università per continuare a studiare Economia, ma non l’ho mai iniziata. Durante l’ultimo anno delle superiori, infatti, ho cominciato a chiedermi che senso avesse quello che stavo facendo e non lo trovavo più. Ho portato questa domanda davanti al Signore, in modo particolare nella preghiera dell’adorazione eucaristica e del rosario. Così, ho scoperto sempre più che lui mi conosce profondamente, mi ama, ha un progetto sulla mia vita che è unico e vale la pena di essere vissuto pienamente, senza lasciarsi bloccare da limiti e complessi, nella convinzione che non sono in questa zona del mondo e in questo momento storico senza motivo. Ho intuito che per me questo progetto si sarebbe realizzato come prete, vivendo totalmente di quell’amore che il Signore per primo ci ha donato e che ci permette di amare gli altri (cf. 1Gv 4,19). Alla fine di questi otto anni di grazia, vissuti in Seminario e nelle comunità che mi hanno accompagnato e che ringrazio di cuore (Cassano Magnago, Parabiago, Cairate, Besana in Brianza), attendo con gioia il dono dell’ordinazione per poter servire con tutto me stesso coloro a cui sarò inviato.

TETTAMANTI PIERCARLO

Provengo da Beregazzo con Figliaro, piccolo paese in provincia di Como. Attualmente sono diacono nella Comunità pastorale “San Vincenzo” in Cantù e Intimiano. Attraverso un educatore il Signore mi ha donato la frase del motto e da allora non posso non vedere nel prossimo il disegno d’amore che Dio ha su di lui. Ho così deciso di seguire Cristo nella forma del sacerdozio, con la volontà di donarmi completamente a lui. Da quel momento mi sono sentito chiamato per nome da Gesù e la forma del prete diocesano è quella che meglio ha rispecchiato questo desiderio di donarmi al Signore. L’amore per Dio è poi cresciuto negli anni del Seminario e si è consolidato nella preghiera e nelle relazioni. In particolare sono grato al Signore per le belle esperienze del Seminario insieme ai fratelli, per i tanti riti vissuti con anche gli amici di casa e le avventure condivise con i parrocchiani a cui sono stato affidato. A sei anni da quel settembre del 2018, in cui sono entrato in Seminario, sono felice di essere ad un passo dall’ordinazione presbiterale e soprattutto di sentirmi sempre chiamato e confermato nell’amore di Cristo. Grato al Signore per la strada che ha scelto per me, mi affido alla preghiera di chi sta leggendo perché Dio custodisca me e i miei fratelli nei giorni che precedono l’ordinazione. Vi porto nel cuore davanti al Signore.

TORRES TORRES ERICK ALEXANDER

Sono nato nella terra dei laghi e dei vulcani, il Nicaragua. Sono figlio unico e ho 32 anni, buona parte dei quali li ho trascorsi nel calore di una famiglia che mi ha iniziato all’ineffabile valore dell’amore e della compassione. Dopo aver studiato Amministrazione aziendale, ho sentito il richiamo verso qualcosa di più sublime, qualcosa di divino. Così mi sono ritrovato immerso nella riflessione su una semplice, ma profonda affermazione: «Dio è amore». Questa frase, tratta dalle pagine del Vangelo di Giovanni, si è insinuata nel mio cuore come un’epifania, illuminando il mio cammino e dirigendo le mie scelte. In quel momento, ho compreso di essere chiamato a incarnare questa verità, nel diffondere l’amore divino in ogni atto, in ogni parola. Ho deciso di iniziare questo percorso che oggi mi porta ad abbracciare il sacro ministero sacerdotale, animato dal fervido desiderio di essere un riflesso dell’amore infinito di Dio per l’umanità. Il mio percorso è stato ricco di incontri, esperienze e prove, ma in ognuno di essi ho trovato conferma nella semplice, ma profonda verità: «Dio è amore». È questa luce che guida il mio cammino, che mi sostiene nelle tempeste e mi riscalda nelle notti più oscure. Oggi mi trovo qui per condividere con voi il mio impegno nel diffondere questo messaggio di amore e speranza che è faro di luce per coloro che si smarriscono nell’oscurità. Attraverso parole e azioni, vorrei incarnare l’amore divino in ogni mia manifestazione, con l’auspicio di ispirare altri ad agire allo stesso modo. Auguro che l’amore di Dio possa brillare come una stella nel vostro firmamento interiore, guidandovi lungo il sentiero della vostra vita. Pregate per me.

VALVASSORI FEDERICO

Ho trent’anni e provengo dalla parrocchia di Santo Stefano Ticino, anche se sono nato e cresciuto in quella di Boffalora sopra Ticino. Dopo aver frequentato il catechismo dell’iniziazione cristiana e l’oratorio, nella mia adolescenza ho abbandonato la fede cattolica e, da ateo, ho studiato al liceo Classico e, successivamente, alla facoltà di Medicina e Chirurgia. Non è stato un periodo facile: pur studiando e formandomi per diventare medico, non ero felice e ho sperimentato sulla mia pelle la depressione. Un giorno, il 27 settembre 2015, mi sono svegliato con l’improvvisa voglia di tornare a Messa: la mia vita è cambiata immediatamente. Il Signore era venuto a prendermi! Così, ho ritrovato la mia fede e, grazie all’aiuto del mio parroco, ho ripreso a vivere la mia relazione con Gesù, soprattutto grazie alla liturgia e all’oratorio. Pochi mesi dopo la mia conversione, ho cominciato a domandarmi se il Signore mi stesse chiamando a dedicare tutta la mia vita a lui. Il 14 settembre 2017 sono entrato in Seminario, cammino che mi ha permesso di approfondire la mia fede ritrovata e il mio desiderio di entrare nella vita sacerdotale. La frase che ho scelto come motto personale, «Nel cuore del mare», è tratta dal libro del profeta Giona (2,4): come il santo profeta, tratto in salvo da Dio dalle profondità del mare, anche io riconosco di essere stato sollevato dalle mie profondità grazie alla misericordia di Dio; in questo modo la Pasqua di Gesù ha fatto irruzione nella mia vita e questa sola voglio testimoniare.

VISCOMI MATTEO

Ho compiuto 27 anni il giorno dell’ordinazione diaconale. Cresciuto a Senago, nella città metropolitana di Milano, sono stato allevato dai miei cari genitori nella fede che si è poi consolidata durante gli anni di gioventù. Il risveglio del frutto della fede donatami, l’eucatastrofe, è arrivato inaspettato durante un viaggio in Olanda, grazie alla testimonianza di una giovane monaca benedettina di clausura, lì perché in missione. Questi sono stati anni di navigazione nella rotta maggiore verso la sequela di Gesù, anni di discernimento di cui sono molto grato: tanti incontri, tanti testimoni di Dio. Attualmente sono diacono a Milano Corvetto, quartiere vivo e dinamico dove si intrecciano molte culture e tradizioni. Continuiamo insieme a pregare per le vocazioni!

Tratto dal numero 5 (Maggio 2024) di “Fiaccola”