L’origine de la Fiaccola risale alla Prima guerra mondiale (1915-1918), quando i seminari di Milano e Monza furono trasformati in ospedali militari e i seminaristi militesenti, per ragioni di inabilità o di età minorile, furono trasferiti nel seminario di Seveso.
In quegli anni molti chierici e anche la maggior parte dei sacerdoti sotto i quarant’anni furono arruolati e destinati ai servizi di sanità negli ospedali militari o direttamente al fronte, non solo come cappellani, ma anche come soldati semplici.
Nel luglio 1915, alcuni seminaristi esonerati dagli obblighi militari, tra cui Carlo Ponzoni, pensarono di avviare un contatto con i propri compagni al Fronte, dando vita a Il Nodo, un periodico epistolare, che nei primi nove numeri ha l’aspetto di una lettera ciclostilata ad alcool, con tanto di dedica e firma.
Per la Pasqua del 1916 questo “foglio di collegamento” assunse un aspetto grafico più simile ad un giornale, sia pure manoscritto e ciclostilato. Alcuni mesi dopo, l’Italia dichiarò guerra anche alla Germania e si intensificarono gli arruolamenti tra i seminaristi e i sacerdoti; è in questo contesto che il card. Ferrari e il Rettore Maggiore, mons. Alessandro De Giorgi, decisero di fondare La Fiaccola, un periodico mensile privato che, inserendosi nel solco tracciato dal Nodo, intendeva mantenere i rapporti con i chierici ed i preti impegnati al Fronte.
Ogni numero di Fiaccola si apriva con una paterna lettera del card. Ferrari e si chiudeva con un affettuoso saluto di mons. De Giorgi ai suoi seminaristi. Conteneva poi tutte quelle notizie di carattere religioso che potevano interessare il clero militare.
Il corpo principale della rivista era costituito dalle lettere scritte dagli stessi soldati al Rettore del Seminario, ai compagni o alla redazione della rivista, in cui si dava conto delle condizioni di salute e degli spostamenti di località.
Spesso l’autorità censoria interveniva oscurando con un largo spazio bianco quelle notizie che erano ritenute troppo compromettenti per la sicurezza militare o potevano deprimere il morale della nazione, già sfiduciata dopo la disfatta di Caporetto.
Largo spazio era poi dedicato agli appelli di pace lanciati dal pontefice Benedetto XV.
La Fiaccola terminò le sue pubblicazioni il 31 dicembre 1918, dopo la fine del primo conflitto mondiale.
In occasione della Visita Apostolica del cardinal Schuster, nella primavera del 1926, dopo il cambio di Rettore e la riforma degli studi, venne comunicata la decisione di papa Pio XI di costruire il nuovo Seminario nell’arcidiocesi di Milano. La Fiaccola riprese così la sua pubblicazione per sostenere la costruzione della nuova struttura. Nel gennaio del 1927 si presentava come una rivista di 16 pagine, diretta da don Carlo Canziani, presso la sede milanese di Corso Venezia.
Era molto diversa dalla prima Fiaccola, non più destinata solo ai seminaristi e ai sacerdoti, ma a tutti i fedeli ambrosiani; inoltre riportava numerose notizie sulla vita del Seminario, note ascetiche e spirituali, volte alla promozione delle vocazioni e anche l’elenco delle offerte fatte al Seminario. Successivamente, nel 1931, per iniziativa di padre Rainieri Boga, oblato economo del Seminario, venne fondata l’Associazione Pro Seminario e la Fiaccola diventò la rivista di questa associazione, nata per il sostegno economico e come strumento di sensibilizzazione alle vocazioni.
A partire dal 1935, per sottolineare maggiormente il legame tra il giornale e i sacerdoti diocesani, si iniziarono a pubblicare foto con brevi biografie dei sacerdoti defunti. Nel corso degli anni, grazie all’ausilio delle nuove tecnologie, la Fiaccola ha cambiato più volte impaginazione e grafica, si è arricchita di nuove rubriche e contributi, pur conservando lo spirito degli inizi.