Preti 2024

Storie di vita e di vocazione

Siamo la classe di giovani uomini che l’8 giugno diventeranno preti.
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Siamo così contenti di questo passo, che è stato l’apice di un cammino lungo e impegnativo ma anche pieno di gioia e formativo, cioè il cammino del Seminario.
La nostra classe è composta da 17 persone: 16 di noi sono originari della Diocesi di Milano, ma abbiamo la fortuna di avere come nostro compagno don Erick, un ragazzo simpaticissimo del Nicaragua che, purtroppo, per la situazione politica del suo Paese in cui la Chiesa è perseguitata, dopo l’ordinazione non potrà tornare in patria.
Abbiamo età diverse: il più giovane di noi, don Ludovico, compirà 25 anni proprio il giorno dell’ordinazione sacerdotale, invece il più grande è don Michele, che ha 38 anni. Dopo le superiori ha fatto l’università e ha lavorato in uno studio di Architettura e urbanistica per molti anni; aveva già una vita avviata, eppure ha avuto il coraggio di ascoltare la voce di Gesù che lo chiamava a seguirlo.
Soltanto tre di noi, il già citato don Ludovico, don Piercarlo e don Patrick, sono entrati in Seminario subito dopo il liceo, tutti gli altri hanno vissuto uno o più anni di studio o lavoro. Tra i laureati, abbiamo don Gioele, mago dell’informatica, don Matteo Viscomi, laureato in Biotecnologie a Novara. Ci sono poi don Stefano e don Davide, laureati in materie umanistiche. Don Andrea è laureato in Scienze dell’educazione e ha lavorato in una comunità di disabili, esperienza che lo ha segnato molto! Un’altra laurea curiosa è quella di don Paolo, che ha studiato Scienze dell’alimentazione e in particolare enologia, cioè la produzione del vino.
Altri di noi hanno cominciato a studiare, ma poi hanno interrotto per entrare in Seminario: è il caso di don Matteo Foppoli, che ha studiato un anno Matematica e poi è andato in Perù al servizio dei poverissimi con l’Operazione Mato Grosso, oppure di don Federico che ha studiato tre anni Medicina e anche di
don Edoardo, che ha iniziato Sociologia. Tra chi ha lavorato, c’è don Marco che è stato vice chef in una cucina di altissimo livello.

Amici tra noi e di Gesù
Tanti di noi hanno fatto i chierichetti e i cerimonieri da giovani e sanno bene cosa significa essere amici di Gesù. Per questo il motto che la classe ha scelto è Siete miei amici (Gv 15,14).
Il Signore Gesù ci comanda di amare come lui ci ha amato. Troppo spesso però l’amore rimane un sentimento astratto, fatto di tante belle parole, ma disincarnato.
In questi anni di formazione, ci siamo incamminati nella via dell’apprendimento dell’amore e tante volte ci siamo scontrati con la fatica della concretezza nel vivere l’amore come Gesù.
Abbiamo appreso che l’unico fondamento solido delle relazioni umane è il fatto che Gesù stesso abbia detto a ognuno di noi: «Sei mio amico». A partire da questo amore di Dio per noi e da questa amicizia tra di noi, non fatta di superficiali sentimenti astratti, non certo perfetta, ma fatta di volti, di sorrisi e di ferite, noi vogliamo annunciare l’amore e l’amicizia di Cristo per la sua Chiesa e per il mondo intero.

Tratto dal numero 6-7 (Giugno-Luglio 2024) di “Fiaccolina”