La vita di San Pietro

L’amore tradito

In mezzo a questi discepoli, che esultano riconoscendo la grandezza del Signore, ci sono Giuda e Pietro, così diversi eppure così simili.
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«Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!» (Mc 11,9-10). Con queste parole Gesù viene accolto a Gerusalemme dalla folla che lì lo attendeva, ma, più di tutti, erano gli apostoli a sapere che Gesù veniva nel nome del Signore: avevano condiviso con lui tre anni della loro vita, avevano assistito a diversi miracoli e l’avevano visto trasfigurato sul Tabor, accanto a Mosè ed Elia.

Giuda, il traditore
Gesù ha scelto e chiamato i Dodici, potremmo dire “i migliori”, e fra questi c’è anche Giuda. «Com’è stata la vita di Giuda, noi non lo sappiamo», dice papa Francesco, «un ragazzo normale, forse, e anche con inquietudini, perché il Signore lo ha chiamato a essere discepolo».
Gesù, nonostante sia stato tradito da lui, non si pente di averlo chiamato, tanto che, subito dopo aver ricevuto da lui il bacio che lo consegna ai soldati e quindi alla crocifissione, lo chiama ancora una volta «amico» (Mt 26,50).
Giuda «era debole nel discepolato», dice ancora papa Francesco, «ma Gesù lo amava » persino se ha tradito questo amore.
Giuda ha seguito Gesù per diversi anni, ma non è mai riuscito a essere discepolo fino in fondo, ha sempre voluto più bene a quello che avrebbe potuto guadagnare che a Gesù, per questo non ha esitato a tradire il suo Signore.

Pietro, il pentito
Anche Pietro ha più volte dato dimostrazione della sua infedeltà verso Gesù, specialmente durante e dopo l’Ultima cena.
Gesù, finito di cenare, invita i suoi discepoli a pregare con lui, ma si addormentano, compreso Pietro, al quale il Signore dice: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora?» (Mc 14,37).
Pietro è chiamato con il suo primo nome, quello che Gesù ha già pronunciato sulle rive del lago di Galilea, forse a dire che, nonostante questo piccolo primo tradimento, il Signore è ancora pronto a chiamarlo.
Ma non è l’unica caduta di Pietro, infatti lui dice a Gesù: «Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte» (Lc 22,33), e ancora: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò» (Mt 26,35; Mc 14,31).
Poco dopo aver pronunciato queste parole, cariche di convinzione, Pietro, riconosciuto come uno dei discepoli di Gesù, non esita a gridare: «Non conosco quell’uomo! » (Mt 26,74) per ben tre volte.
Pietro, riconoscendo di aver tradito Gesù, «scoppiò in pianto» (Mc 14,72). È il pianto di dolore per aver fatto male a qualcuno cui si vuole bene, per non aver mantenuto una promessa.
Giuda e Pietro sono due discepoli che hanno tradito l’amore di Gesù: il primo non si pente subito perché ha il cuore rivolto verso il denaro che guadagnerà, il secondo si pente subito perché ha il cuore rivolto verso il suo Signore. Ecco perché Pietro è il traditore pentito.

Saper lavare e lasciarsi lavare i piedi
A chiunque può capitare di sbagliare, addirittura di tradire o di essere traditi. Gesù insegna ai suoi discepoli e a noi quale sia l’atteggiamento da avere di fronte all’amore tradito.
Gesù lava i piedi di coloro che poco dopo lo tradiranno, offre loro il suo corpo e il suo sangue. Gesù insegna che quando una relazione è tradita, bisogna ripartire, non senza fatica, dal basso. «Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi» (Gv 13,15).
I discepoli si lasciano lavare i piedi da coloro che poco dopo tradiranno, accolgono quell’amore che è più forte di ogni tradimento e di ogni peccato. Questo è l’amore di Gesù, questa è la misericordia: riconoscersi amati non nonostante, ma con i nostri peccati; ciò è possibile se siamo pronti a pentirci e a chiedere perdono.
Solo con la forza di questo amore Pietro davvero andrà in prigione e alla morte con il Signore, solo con la forza di questo amore noi saremo discepoli di Gesù.

Tratto dal numero 3 (Marzo 2025) di “Fiaccolina”