Dalla fionda alla corona

Piccolo ma con una grande fede

«L’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore» (1Sam 16,7).
Placeholder
Icona Fiaccolina

Abbiamo lasciato Davide dopo che è stato unto, però la sua strada non è in discesa, anzi, è in salita! Infatti, intorno ai confini di Israele, c’erano i Filistei. Questi erano un popolo ricco, con armi moderne e che aveva costruito diverse fortezze nelle proprie città; il popolo di Israele invece era ancora formato da piccoli villaggi e spesso veniva sconfitto. La ricchezza e la potenza dei Filistei provenivano dai tanti porti e dalle ricche merci che commerciavano; controllavano infatti gran parte delle coste dell’attuale Palestina.

Il gigante e il pastore
In mezzo ai Filistei c’era un gigantesco uomo chiamato Golia, «alto sei cubiti e un palmo» (1Sam 17,4), cioè quasi tre metri, come un orso grizzly in piedi! Poi «aveva in testa un elmo di bronzo ed era rivestito di una corazza a piastre, il cui peso era di cinquemila sicli di bronzo» (1Sam 17,5), in altre parole, la sua armatura pesava circa sessanta chili, era veramente molto forte. Golia era il guerriero scelto per sconfiggere Israele e il piccolo Davide come avrebbe potuto competere con lui? Davide, a differenza dei suoi fratelli maggiori, non era un soldato e non aveva mai combattuto, era infatti soltanto un pastore. Tuttavia questo ragazzo è stato scelto per la battaglia decisiva per il futuro del popolo di Israele.
«Saul rivestì Davide della sua armatura, gli mise in capo un elmo di bronzo e lo rivestì della corazza» (1Sam 17,38); però Davide «cercò invano di camminare» (1Sam 17,39) perché non aveva mai indossato un’armatura ed era troppo grande e pesante per lui. Alla fine sceglie di andare a combattere contro Golia soltanto con il suo bastone, che usava come pastore per pascolare il gregge, e una fionda.
Tutto ciò che il piccolo Davide ha per sconfiggere il grande Golia sono la sua fionda, «cinque ciottoli lisci» (1Sam 17,40) e un bastone: agli occhi di tutti una sconfitta annunciata!

Con le armi della fede
Una delle scene più rappresentate nell’arte è proprio quella del combattimento fra Davide e Golia. Ogni previsione porta a immaginare la sconfitta definitiva del popolo di Israele. Questo potrebbe essere vero se guardassimo alla forza dei due personaggi, ma come abbiamo già visto «il Signore vede il cuore» (1Sam 16,7).
Golia è altissimo e ha diverse armature, ma Davide gli grida: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l’asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti» (1Sam 17,45). Le armi che ha Davide, anche se ci sembra strano, sono molto più potenti di quelle di Golia: sono le armi della fede.
Lo scorso ottobre papa Leone XIV ha chiesto a tutto il mondo di pregare ogni giorno per la pace, “armandosi” solamente di un rosario. Per un mese ci sono state centinaia di milioni di persone che hanno pregato per la pace, persone che davanti ai fucili e alle bombe hanno scelto di affidarsi a Dio con le sole armi della fede.
Davide non è un incosciente davanti a Golia, anzi, sa quanto può essere potente il Signore e sceglie di mettere in lui tutta la propria forza.
Tantissime volte le nostre forze non sono abbastanza di fronte alle grandi paure, ma Dio promette che, se ci fidiamo di lui, possiamo fare grandi cose. Il Signore ci fa fare grandi cose a partire da chi siamo: Davide sapeva pascolare il gregge e giocare con i sassi, allora il bastone e la fionda diventano il punto di partenza con cui Dio cambia la storia. Dio sceglie di partire dalle nostre piccole passioni e caratteristiche per farci fare qualcosa di grande, se decidiamo però di avere fede in noi stessi e soprattutto in lui.
«Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio in cui confido» (Sal 91,2). Questa è l’arma più potente che ha Davide e che abbiamo noi: Dio. È il Signore il nostro rifugio e la nostra fortezza che ci permette di sconfiggere i Golia della nostra vita, le nostre grandi paure. La storia di Davide ci mostra che non basta molto per sconfiggere questi giganti: un bastone, una fionda, cinque sassolini e soprattutto un po’ di fede.

Tratto dal numero 12 (Dicembre 2025) di “Fiaccolina”