In questi giorni, densi di incontri e di visite, ci siamo potuti nutrire di testimonianze di santità e di carità, di bellezza e di servizio, che certamente hanno alimentato la nostra fede e il nostro desiderio di metterci al servizio del Signore nella Chiesa, a pochi mesi da un passo tanto importante.
Sebbene non abbiamo potuto incontrare e dialogare con il Santo Padre, non sono certamente mancate occasioni di ascolto profondo di parole incoraggianti da parte di chi è chiamato ogni giorno a collaborare con il successore di Pietro.
Roma, con la sua storia, è il cuore pulsante del cammino della Chiesa universale. Una storia che abbiamo toccato con mano, guardando alla figura di Pietro, il “principe degli apostoli”, che da duemila anni guida la comunità cristiana con il suo esempio di fede, di speranza e di umiltà. San Pietro, padre della Chiesa, è stato il filo rosso che ha unito ogni passo di questa esperienza, rendendo ogni luogo visitato, ogni incontro avuto, un’occasione per meditare sul senso della chiamata al servizio e sulla profondità del nostro impegno diaconale e presto presbiterale.
Ascoltare, guidare con pazienza e servire sono qualità che san Pietro ha saputo mettere in pratica e che sono proprie del cammino sinodale che stiamo percorrendo.
SINODALITÀ
L’incontro con il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo, è stato un momento di grande intensità spirituale e intellettuale. Il Cardinale ci ha parlato del cammino della Chiesa, della necessità di un ascolto reciproco e della sfida di camminare insieme, non solo all’interno della comunità cattolica, ma anche con le altre Chiese e con l’intera umanità.
La sinodalità, intesa come cammino condiviso, ci fa guardare al nostro essere nella Chiesa non come detentori di un ruolo, ma come uomini a servizio di un mondo che ha bisogno di testimoni credibili, di pace, di giustizia e di carità.
ECUMENISMO
Un altro incontro significativo è stato quello con il vescovo Flavio Pace, impegnato nel delicato lavoro di dialogo con le Chiese orientali ortodosse e con le Chiese cristiane non in piena comunione con la Chiesa cattolica.
Il suo racconto ci ha messo di fronte alla complessità e alla bellezza del dialogo ecumenico, una sfida che richiede non solo intelligenza e diplomazia, ma anche un profondo amore per la Chiesa di Cristo. In questo contesto, la figura di Pietro emerge come modello di unione e di fraternità: pur nelle diversità, Pietro è stato sempre un punto di riferimento per tutti i cristiani, capace di costruire ponti di comunione, di cercare l’unità nella diversità.
RISURREZIONE
Abbiamo inoltre potuto condividere le celebrazioni eucaristiche quotidiane in mezzo alle tombe dei Papi e davanti al sepolcro dell’apostolo Pietro con due cardinali, Francesco Coccopalmerio, originario della nostra terra milanese e Pietro Parolin, segretario dello Stato Vaticano. Non solo incontri, ma anche visite a monumenti e basiliche, hanno caratterizzato il nostro pellegrinaggio romano.
La Necropoli Vaticana è un luogo che da sempre è stato un punto di riferimento spirituale per i cristiani, simbolo di sacrificio, ma anche di risurrezione e di speranza. Passeggiando nei sotterranei di Roma, ci siamo trovati di fronte a una realtà che parla non solo della morte, ma anche della vita che supera la morte, grazie alla fede. In quel silenzio carico di storia, ci siamo inginocchiati davanti alla tomba di Pietro, segnalata da un piccolo lume rosso che ne indica la presenza. Qui, in un clima di silenzio e raccoglimento abbiamo rinnovato il nostro Credo, la nostra fede. Questo momento è stato carico di emozioni.
PENITENZA
Uno degli altri luoghi emblematici è stata la Scala Santa, conosciuta come “Scala del pellegrino”. Salire la Scala Santa è stata occasione di penitenza e preghiera. Ogni gradino salito con il cuore aperto e con la consapevolezza di essere parte di una tradizione che affonda le radici nei primi secoli della Chiesa, ci ha fatto comprendere quanto sia fondamentale perseverare nella preghiera e nella fede.
Il pellegrinaggio a Roma è stato, per ciascuno di noi, un’esperienza che ha rafforzato la nostra fede. Abbiamo camminato sulle orme di san Pietro, padre della fede, e abbiamo visto come la sua vita e il suo esempio possano essere ancora oggi un punto di riferimento per ciascuno.
In un mondo che spesso sembra smarrirsi, san Pietro ci insegna a rimanere saldi nella fede, a servire la Chiesa con umiltà e coraggio e a non temere di affrontare le sfide della vita.
Siamo ora pronti e più consapevoli della grandezza della nostra vocazione e della bellezza della Chiesa universale, nella quale siamo chiamati a vivere e a testimoniare il Vangelo.
Tratto dal numero 4 (Aprile 2025) di “Fiaccola”